lunedì 28 gennaio 2008

GRANDE FRATELLO: l'irrealtà del reality

Ma sono questi gli italiani che votano, protestano, lavorano e soprattutto che fanno figli?
L'operaio o il metalmeccanico che non arriva alla fine del mese, intrappolato dalle tasse, dal caro vita, dalla riduzione del potere d'acquisto del proprio stipendio; la "massaia" nelle compilcate semplicità della conduzione familiare e dei problemi dei propri figli; i precari; i malati in ospedale; i senza tetto; le forze di polizia impegnate nella lotta alla criminalità, organizzata o meno; i ricercatori, chiusi nella riduzione del badget di spesa e impossibilitati a proseguire nelle loro scoperte; i semplici cittadini frastornati dalle lotte politiche; ma possono davvero continuare ad accettare questa farsa della realtà costruita a tavolino in un programma televisivo di così basso livello?
No, siamo tutti consapevoli della falsità di cui questo programma è impregnato, ma quale migliore valvola può sfogare la rabbia, l'impotenza, l'ingiustizia che tutti i giorni ci assalgono? E come non immaginare, vedendo un litigio, di essere noi ad inveire contro un'ingiustizia subita; o la nascita di una storia d'amore potrebbe non suscitare in ognuno, ricordi o rimpianti;
Quante situazioni simili alla nostra potremmo ritrovare in questa vita virtuale, ed è proprio su questo che è costruito il programma, una fantasystory che ripete i nostri errori amplificandoli e perciò esorcizzandoli. Ci sentiamo un pò più leggeri dopo aver visto le ca......te che avremmo potuto fare ma che per fortuna non abbiamo fatto, e ci sentiamo ancora migliori il giorno dopo, quando, con amici e colleghi commentiamo le stupidità del Grande fratello con quella punta di voyerismo che ci spinge ad azzardare un apprezzamento sessuale su questa o quello.
E così, come per il calcio, per un pò ci scordiamo che i nostri politici guadagnano 10-20.000 euro al mese e chiedono a noi i sacrifici; che gli anziani si appoggiano al volontariato perchè lo stato non ha più bisogno di loro; che le nostre scuole sono al livello dell'Uganda; che le nostre cittadelle Ospedaliere più giovani risalgono agli anni '60; che le forze dell'ordine sono relegate a ruoli esattoriali con contravvenzioni e multe invece di svolgere il proprio ruolo investigativo su veri criminali;
Se almeno fossimo "nominati" potremmo sperare di uscire da questa realtà e finalmente rientrare nella Società.

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